Il
Piercing, bucarsi il corpo, come, dove e perche'
Il
piercing sta spopolando anche da noi e in estate fara' bella
mostra sui corpi di uomini e donne.
Una moda, quella di bucarsi su qualsiasi parte del corpo
che non siano le orecchie, che sta prendendo sempre piu'
piede. Infinite le varianti: al naso, all'ombelico (tra
le donne va per la maggiore), alla lingua, alle sopracciglia,
ai capezzoli , sino "per i piu' stoici " alle
parti intime.
Tanto
che persino la Mattel aveva deciso di proporre per quest'estate
un modello di Barbie con tatuaggi e piercing (facendo poi
marcia indietro proprio sul piercing al naso, ma mantenendo
invece i tatuaggi). Di origini antichissime, il piercing
e' diventato da segno di virilita' e, per certi popoli,
di passaggio all'eta' adulta a moda moderna. Oggi lo si
fa sia per l'esigenza di differenziarsi dagli altri, esibendo
qualcosa di originale, sia per la voglia di scoprire piu'
a fondo il proprio corpo.
Il
piercing fa male? Molto meno di quanto si creda. Tanto per
dire, uno dei piercing piu' scioccanti, quello sulla lingua
(ce l'hanno Mel B delle Spice Girls, Janet Jackson e Keith
Flint dei Prodigy) e' tra i meno dolorosi in assoluto.
Se il piercer e' un esperto sapra' ridurre al minimo il
dolore. Bisogna comunque sempre prestare attenzione
alle norme igieniche (sia di chi lo riceve e di chi
pratica il buco per il piercing) tenendo a mente che per
una perfetta guarigione servono dai 6 mesi ad un anno.
I gioielli e gli anelli poi devono assolutamente essere
in acciaio inox chirurgico, d'oro o di nibiono per prevenire
eventuali infezioni o rigetti. Per portare il piercing,
infine, bisognera' rispettare delle regole di igiene ben
precise, lavandosi e pulendosi spesso la parte interessata
e muovendo ogni tanto l'anello per evitare la creazione
di crosticine. E voi, sareste disposte a provare il piercing?
1)
Un pò di storia...
Il
piercing ha, probabilmente, origini antiche o preistoriche.
Lo scopo principale sarebbe stato distinguere i ruoli assunti
da ogni membro all'interno della tribù, al fine di
regolare i rapporti tra i vari individui sia nel quotidiano
che durante le cerimonie, rendendo immediatamente palese
tutta una serie di informazioni sull'individuo e al suo
rapporto con il gruppo di appartenenza.
Il
Piercing all'orecchio e in particolare, il piercing all'ombelico
è nato in Egitto; gli antichi Egizi lo utilizzavano
come segno di regalità. Il piercing ai capezzoli,
il cosiddetto nipples, era molto probabilmente diffuso già
tra i centurioni romani come segno di virilità e
coraggio; inoltre veniva spesso utilizzato dalle antiche
donne romane, poiché considerato un modo per abbellire
ed ingrandire i seni.
Indicazioni
igieniche
Uno degli aspetti tipici che si affrontano nel parlare di
questa pratica sono le condizioni igieniche nelle quali
operarla e le accortezze indispensabili a evitare la contrazione
di malattie e infezioni.
La prima regola da seguire è rivolgersi esclusivamente
a centri che rispettino le indicazioni date dal Ministero
della Sanità: utilizzare solo strumenti sterilizzati,
evitando per esempio le pistole spara
orecchini.
Il piercing è sconsigliato a chi utilizza una protesi
valvolare: oltre a causare infezioni potrebbe portare a
disturbi visivi di vario genere. Le zone più delicate
dove fare il piercing sono genitali e superfici cutanee
eccessivamente lisce (i cosidetti surface).
L'infezione, causando la penetrazione di batteri infettivi
nel corpo, può arrivare a compromettere l'attività
di cuore, reni e fegato.
Quando si toglie il gioiello dal foro è necessario
avere le mani pulite e disinfettate. Se la zona è
arrossata o è presente del pus non bisogna togliere
il gioiello, onde evitare infezioni; in questi casi, se
l'arrossamento non passa, la cosa opportuna da fare è
rivolgersi a un medico.
Una malattia molto pericolosa che si può contrarre
tramite il piercing in condizioni igieniche non idonee è
l'epatite.
Il
piercing oggi
Il piercing è praticato dal 20,5% degli adolescenti
aventi un'età compresa ta i 15 e i 19 anni (in Italia
è necessario il consenso dei genitori qualora il
ragazzo sia minorenne), per il 27,5% femmine, 14% maschi.
La parte del corpo più utilizzata è l'orecchio
(89%), seguita dal naso (56%) e dall' ombelico, adornato
con brillantini e anellini utilizzati soprattutto dalle
ragazze.
La
perforazione della narice:
è comune tra le tribù nomadi del Medioriente
fin dai tempi della Bibbia, ed è storicamente comune
in India. Le donne indiane in età fertile, indossano
un anello al naso, solitamente alla narice sinistra, poiché
la narice è associata con gli organi riproduttivi
femminili nella medicina ayurvedica.
Presso
molte tribù di nativi americani la perforazione del
setto nasale è un marchio dello status maschile.
Ad esempio a questa usanza deve il proprio nome la tribù
dei Nez percé (letteralmente "Nasi Forati").
La
pratica è comune anche tra i guerrieri delle tribù
dell'Estremo Oriente e del Pacifico, poiché un osso
nel naso conferisce un'apparenza aggressiva.
Aztechi
e Incas indossavano un anello d'oro al setto nasale come
ornamento, la pratica contina al giorno d'oggi presso gli
indiani Cuna dell'isola di Panama.
Uomini
e donne Marubo, nel Brasile occidentale, hanno in uso la
perforazione del setto nasale, facendovi passare attraverso
alcune fila di perline. Ciò è considerato
un mezzo per entrare in sintonia con la natura che li circonda.
Una
differente forma di modificazione estetica è quella
praticata dagli aborigeni australiani, che perforano il
setto nasale con un lungo stecchetto così da appiattire
il naso.
La
tribù Bundi di Papua Nuova Guinea perforano il setto
del naso come rito di passaggio all'età adulta da
parte dei maschi.
L'unico
luogo al mondo di cui storicamente si ha notizia che perforazione
del setto nasale sia più diffusa tra le donne che
tra gli uomini, è nell'area himalayana del Nord dell'India,
del Nepal, del Tibet e del Bhutan. Alle donne in queste
regioni viene spesso perforata la narice forata in giovane
età, mentre il setto viene perforato durante il matrimonio
a significare l'appartenenza al proprio sposo.
Labbro:
Così come la dilatazione dei lobi delle orecchie,
anche il piercing al labbro ha origine nelle culture tribali
dell'Africa e dell'America.
Nelle
culture precolombiane, la perforazione del labbro era considerato
uno status symbol e solamente gli uomini di alto rango potevano
indossarlo. Nel Sud America tale tipo di piercing viene
chiamato Tembetá.
Presso
gli Yanomami si usa perforare il labbro inferiore, inserendovi
dei bastoncini. Ciò permette ai giovani innamorati
di scambiarsi messaggi erotici velati.
La
perforazione del labbro nelle culture tribali africane,
invece, è un'esclusiva femminile e il significato
della pratica cambia da tribù a tribù. Ad
esempio presso la tribù Dogon del Mali un anello
al labbro viene portato per questioni spirituali; nella
tribù Saras-Djinjas del Chad il labbro della donna
viene forato con il matrimonio, così da rappresentare
un simbolo di assoggettamento al marito[5]. Infine presso
la tribù Makololo del Malawi il labbro delle donne
viene perforato per un puro motivo estetico: pochi uomini
Makololo andrebbero con una donna che non porta tale tipo
di ornamento, considerandola innaturale.
Lingua:
Presso
gli Aztechi e i Maya, era in uso la pratica della perforazione
rituale della lingua: la lingua veniva perforata con una
spina di pesce e vi veniva passata attraverso una corda,
così da versare sangue e indurre uno stato alterato
di coscienza. Tale pratica permetteva al sacerdote di comunicare
con le divinità: ferire un organo con cui comunicare,
era visto come il sacrificio necessario perché questa
trasformazione avvenisse.
I
fachiri e i sufi islamici del Medioriente e i medium dell'Estremo
Oriente, praticano la perforazione della lingua così
da offrire una prova del loro stato di trance.
La
ragione per cui gli sciamani degli aborigeni australiani
praticano la perforazione della lingua ha una ragione curativa:
ciò serve a permetter loro di «succhiare con
la loro lingua la miagia malvagia dal corpo dei loro pazienti»[6].
A
partire dall'inizio del XX secolo molti imbonitori di spettacoli
da baraccone, presero in prestito dai fachiri le loro pratiche
di perforazione della lingua introducendo i primi barlumi
di piercing alla lingua agli spettatori americani ed europei.
Capezzolo:
Hans
Peter Duerr, nel suo libro Dreamtime, racconta come nel
XIV secolo, presso la corte della regina Isabella di Baviera,
fosse divenuta in uso la moda femminile della "grande
scollatura": le scollature degli abiti si erano abbassate
tanto da scoprire l'ombelico. I seni così esposti,
venivano talvolta decorati, i capezzoli venivano colorati
con del rossetto, ornati con anelli tempestati di diamanti
o piccoli cappucci, e talvolta forati passandovi attraverso
delle catenelle d'oro.
Sembra
che anche tra le signore inglesi di tarda epoca vittoriana
(attorno agli anni novanta del XIX secolo) fossero divenuti
di moda i cosiddetti bosom rings ("anelli da seno").
La pratica di perforazione dei capezzoli con applicazione
di anelli o catenelle, avrebbe avuto lo scopo di aumentare
la forma degli stessi, come rimedio contro il capezzolo
introflesso, ma anche un puro scopo erotico. La pratica
sarebbe stata effettuata da gioiellieri, a quanto pare un
gioielliere di Bond Street affermava di aver forato i capezzoli
di 40 signore londinesi. Nel medesimo periodo pare la pratica
fosse diffusa anche a Parigi con il nome di anneaux de sein
("anelli da seno")[9][10]. Altre fonti si spingono
ad affermare che tra le signore vittoriane, ad avere i capezzoli
forati, ci fosse anche Lady Randolph Churchill, la madre
del primo ministro britannico Winston Churchill
Alcuni
documenti di fine ottocento attesterebbero le pratiche sopra
descritte, tuttavia l'autenticità e la credibilità
di tali fonti sono discusse. Tanto Hans Peter Duerr nel
suo Dreamtime, quanto Stephen Kern in Anatomy and Destiny,
si basano su informazioni provenienti da pubblicazioni di
Eduard Fuchs, sulle quali sono stati mossi dubbi di autorevolezza
e affidabilità.
Maggiormente
dubbie sembrano essere poi le affermazioni apparse in un
articolo tratto da un giornale medico e che attesterebbero
l'uso della perforazione del capezzolo femminile anche nella
Francia del seicento, presso la corte del re Luigi XIV di
Francia, così come accaduto tre secoli prima alla
corte della regina Isabella di Baviera, sarebbe infatti
divenuta di moda una scollatura tanto ampia da esporre i
capezzoli. La moda, una volta attraversata la Manica, avrebbe
trovato emuli tra le nobili inglesi che si sarebbero spinte
anche a forare i capezzoli inserendovi degli anelli d'oro
come ornamento.
La
stessa fonte riferisce che il piercing al capezzolo sarebbe
stato in uso anche nell'Africa sahariana, presso le donne
delle tribù berbere Kabyle. La pratica non solo non
ha alcun riscontro documentale, ma risulta al quanto improbabile,
visto il tipo di materiali di cui dispongono tali tribù
che renderebbe assai difficoltosa la guarigione di un simile
tipo di piercing. Tali pratiche si possono quindi considerare
a livello di leggenda.
Completamente
priva di alcuna fonte documentale è invece l'origine
che attribuirebbe la pratica di una forma di piercing al
capezzolo da parte della regina Cleopatra. Alcune fonti
affermano che la regina Cleopatra avrebbe avuto il capezzolo
sinistro introflesso e che per guarire da questa malformazione
sarebbe ricorsa ad una forma di piercing, forando il capezzolo
e inserendovi uno o più sassolini[16][17]. Ugualmente
priva di alcun supporto documentale è la leggenda
che afferma che la pratica sarebbe stata in uso presso le
donne della Roma antica al fine di ingrandire e abbellire
il seno.
Da
diverse fotografie di donne tatuate provenienti dalla Kobel
Collection[18], si evince come invece la pratica fosse in
uso nella prima metà del XX secolo, prima dell'avvento
del moderno piercing. Ethel Granger, riconosciuta nel Guinness
dei primati come la donna con la vita più stretta,
dato l'utilizzo di corsetti al fine di ridurre il giro vita,
durante gli anni venti e trenta, con l'aiuto del marito
medico, aveva forato lobi, narici, setto e capezzoli, e
successivamente aveva allargato i fori con l'inserimento
di anelli di maggiore spessore[12][19]. Charlotte Hoyer,
una mangiatrice di spade tedesca degli anni quaranta/cinquanta,
aveva svariati piercing, oltre alla lingua, aveva forati
entrambi i capezzoli, le piccole e grandi labbra della vulva[20][21].
Kathy, una celebre spogliarellista inglese degli anni sessanta,
aveva entrambi i capezzoli forati ornati con vistosi pendentI
Capezzolo maschile:
Al
di là della leggenda screditata che affermava essere
in uso il piercing ai capezzoli tra i centurioni romani
al seguito di Cesare, la letteratura relativa a tale pratica
negli uomini è molto più povera rispetto a
quella che riguarda la pratica di tale piercing tra le donne.
Dati
certi a tal proposito si hanno sugli uomini Karankawa, una
popolazione di nativi americani estinta che abitava il golfo
del Nuovo Messico, che usavano dipingersi il corpo, tatuarsi
e perforare il labbro inferiore e i capezzoli con piccoli
pezzi di canna
La
pratica è attestata tra i marinai del XX secolo come
rito di passaggio al passare di una determinata linea (dell'equatore,
dei tropici o la linea internazionale del cambio di data)
e varie immagini di marinai tatuati lo confermerebbero Era
inoltre praticata dagli artisti delle fiere, i cosiddetti
sideshow, fachiri e uomini tatuati. Tra di essi probabilmente
il più celebre artista è Rasmus Nielsen, il
cui spettacolo consisteva nel sollevare una incudine appesa
ai suoi piercing ai capezzoli[24][25].
Organi genitali:
La
perforazione dei genitali, assieme a quello della fronte,
era in uso presso la cultura centroamericana olmeca (1500
a.C. circa) e nelle successive culture da essa influenzate.
Genitali femminili:
Le
donne dell'isola di Truk usavano perforarsi le labbra vaginali
per inserirvi oggetti che tintinnavano mentre camminavano.
Nella
letteratura specialistica, viene fatto spesso riferimento
alla pratica, in uso presso le donne indiane di perforarsi
sia le piccole che le grandi labbra
Genitali maschili:
Nelle
Filippine era in uso il "bastone del pene", e
viene descritto fin dal 1590 nel Codice Boxer[26]. Probabilmente
si tratta dello stesso ornamento in uso nel Borneo, presso
i Daiachi, e in tutta l'Oceania, noto con il nome di amapllang.
Si tratta di una barretta di metallo che viene inserita
nel glande dopo averlo perforato. Tale pratica ha uno scopo
rituale quanto erotico: un uomo Daiachi non può sposarsi
né avere rapporti sessuali con una donna senza aver
prima praticato questa forma di modificazione genitale.
Per le donne Daiachi infatti tale tipo di piercing procura
maggiori stimolazioni di un pene che ne è privo.
Presso il Sarawak Museum di Kuching, nel Borneo si trova
una ricca documentazione di questa pratica, che parrebbe
prendere ispirazione dal pene del rinoceronte bicorno di
Sumatra e del Borneo, dotato naturalmente di un osso diagonale
nel membro. I portatori di ampallang del Borneo, rendono
pubblico questo tipo di modificazione con un piccolo tatuaggio
sulla spalla.
3)
TEMPI DI GUARIGIONE E CURA DEL PIERCING
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I
tempi di guarigione necessari:
Beauty
mark: 8 – 10 Settimane
Bridge: 8 – 10 Settimane
Cheek/Anti-Eyebrow: 10 – 12 Settimane
Cartilagine Orecchio: 2 – 4 Mesi
ELobi: 6 – 8 Settimane
Sopracciglio: 6 – 8 Settimane
Lip/Labret: 2 – 4 Settimane
Nostril: 6 – 12 Settimane
Setto: 6 – 8 Settimane
Lingua: 4 – 6 Settimane
Frenulum: 6 – 8 Settimane |
Female
Nipples: 4 – 6 Mesi
Male Nipples: 2 – 4 Mesi
Navel piercing: 6 Mesi
Hand web: 6 – 9 Mesi
Surface: 6 – 9 Mesi
Neck: 6 – 9 Mesi
|
Female
Genital Piercings
Clitoral Hood: 2 – 6 Settimane
Clitoris: 2 – 4 Settimane
Fourchette: 4– 6 Settimane
Labia Minora: 2 – 4 Settimane
Labia Majora: 2 – 6 Mesi
Triangle: 8 – 10 Settimane
Pubic: 10 – 12 Settimane
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Male
Genital Piercings
Ampallang: 4 – 8 Mesi
Apadravya: 4 – 8 Mesi
Dydoe: 8 – 12 Settimane
Frenum: 6 – 8 Settimane
Guiche: 8 – 10 Settimane
Prince Albert: 4 – 9 Settimane
Reverse Prince Albert: 4 – 6 Mesi
Scroto: 6 – 10 Settimane
Foreskin: 6 – 8 Settimane
Pube: 10 – 12 Settimane
Lorum: 10 – 12 Settimane |
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4)
Come curare il piercing:
I
piercing del corpo hanno bisogno di essere puliti uno o
due volte ogni giorno, per l'intero periodo iniziale di
cicatrizzazione.
Non puliteli più spesso perché questo può
irritare il vostro piercing, e allungare la vostra guarigione.
Se lo pulite una volta al giorno fatelo alla fine della
giornata. La frequenza ottimale dipenderà dalla sensibilità
della vostra pelle, dal livello di attività, e dai
fattori ambientali. Prima delle pulizie lavatevi le mani
accuratamente con un sapone antibatterico liquido e acqua
calda.
Se lo desiderate, potreste indossare un paio di guanti in
lattice o vinile e/o utilizzare un gel igienizzante per
le mani. Non bisogna MAI toccare i piercing in via di guarigione
con le mani sporche. Questo è vitale per evitare
infezioni.
Preparate l'area per la detersione, bagnandola con acqua
tiepida e assicuratevi di rimuovere ogni crosticina usando
un bastoncino cotonato. Non fatelo mai con le unghie! Questo
passo è importante per la vostra guarigione. Applicate
una piccola quantità di detergente sull'area con
le mani pulite. Detergete l'area e il gioiello e delicatamente
ruotandolo avanti e indietro alcune volte per far penetrare
la soluzione all'interno.( non c'è bisogno di ruotare
il gioiello durante le prime pulizie) Permettete alla soluzione
di detergere per un minuto.
Utilizzate la soluzione normalmente, ma non permettete a
nient'altro oltre al detergente di entrare nel piercing.
Risciacquate l'area accuratamente sotto acqua corrente mentre
ruotate il gioiello avanti e indietro per rimuovere completamente
il detergente dall'interno e all'esterno del piercing. Asciugate
delicatamente con garze o fazzoletti di carta, perché
asciugamani o altri tessuti possono accumulare batteri.
Cercate di essere pazienti.
Ogni corpo è unico, e i tempi di guarigione possono
variare considerevolmente. Se il vostro piercing è
sensibile o forma secrezioni dovreste continuare a curarlo
regolarmente, anche se il periodo normale di guarigione
è già passato.
Applicare BETADINE SOLUZIONE 2 volte al giorno
per una settimana. Un piercing ben curato può guarire
in circa 30 giorni.
Come curare il piercing Orale:
Usare
un colluttorio senza alcool 2-3 volte al giorno preferibilmente
dopo i pasti.
Evitare contatti orali inclusi baci e sesso orale durante
l'intero periodo di guarigione iniziale, per evitare l'intrusione
di batteri nella ferita.
La vostra bocca sarà un pò scoordinata all'inizio,
ma pian piano riacquisterete la padronanza dei movimenti.
Evitare di masticare gomme, tabacco, unghie, penne, occhiali
etc. durante la guarigione.
Non usate bicchieri, piatti e posate di altre persone.
Ridurre o magari smettere di fumare è altamente consigliato.
Fumare aumenta INEVITABILMENTE i rischi di guarigione.
Evitare STRESS eccessivi o ed eventuali droghe di ogni genere.
Evitare grandi quantità di caffeina e e bevande alcoliche
per i primi giorni.
Tra le bevande alcoliche sono incluse birre, vini, e super
alcolici. Essi sono una delle cause dell'aumento di gonfiore,
perdita di sangue e quindi problemi.
Evitare di ingerire cibi e bevande troppo calde, speziati
o troppo salati o acidi per alcuni giorni. Cibi e bevande
fredde sono ottimi e possono aiutare a diminuire il gonfiore.
Non giocate col piercing durante il periodo iniziale di
guarigione oltre al naturale movimento dovuto al mangiare
e al parlare.
La bocca parlando e masticando aumenta il trauma del piercing
quindi cercate di non parlare eccessivamente, di non giocare
col gioiello e di non batterlo contro i denti.
L'eccessivo stress sul piercing può causare la formazione
di spiacevoli e fastidiosissimi tagli, cicatrici ed altre
complicazioni.
Labbro
- guancia:
Siate cauti
nell'aprire troppo la bocca per mangiare perchè questo
mivimento potrebbe portare l'estremità del gioiello
tra i denti.
Anche dopo la guarigione, giocare eccessivamente con i gioielli
orali può riportare danni permanenti ai denti alle
gengive e altre strutture della bocca.
Non usate TROPPI PRODOTTI diversi ma solo una soluzione
detergente di ACQUA E SALE.
Per la parte esterna di labbra e guancie usare BETADINE
SOLUZIONE 2 volte al giorno per una settimana ruotando
il piercing per far penetrare la soluzione all'interno del
buco
Un piercing ben curato può guarire in 30 giorni.